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Prima del 1914, al di fuori della cerchia ristretta degli enti pubblici, le casse pensioni erano ancora rare e nel settore privato solo una manciata di imprese forniva prestazioni di vecchiaia ai propri dipendenti. La situazione cambiò nel 1916, quando la Confederazione decise di esonerare dall’imposta sui profitti di guerra gli importi versati agli istituti di previdenza: la misura fiscale provocò un’ondata di nuove casse pensioni, sopratutto in settori come l’industria metalmeccanica. Tra il 1911 e il 1930 il numero di istituti si decuplicò, passando da un centinaio a più di mille. Ma questo fermento celava grandi differenze: se nel 1930 due terzi dei dipendenti del settore pubblico erano affiliati a una cassa pensioni, nel settore privato solo un dipendente su dieci disponeva di una previdenza professionale.
Oltre a rivestire un evidente ruolo fiscale, gli istituti di previdenza contribuirono altresì a riappacificare i rapporti sociali nell’industria dopo lo sciopero generale e a fidelizzare i dipendenti alle imprese. Questa prima fase di espansione si spiega anche con i ritardi e gli ostacoli che caratterizzarono l’introduzione dell’AVS. Nel periodo tra le due guerre mondiali, la lobby della previdenza privata, riunita dal 1922 nell’associazione svizzera delle casse di soccorso e delle fondazioni per la vecchiaia e l’invalidità (Schweizerischer Verband der Unterstützungskassen und Stiftungen für Alter und Invalidität, SVUSAI), si affermò quale immancabile attore nei dibattiti sulle pensioni.
Anche gli assicuratori sulla vita occuparono una posizione strategica all’interno del dibattito: forti della loro esperienza nel campo della matematica attuariale (ossia l’insieme dei metodi di calcolo dei rischi in ambito assicurativo), prestarono consulenza alla Confederazione per l’elaborazione dei primi progetti per l’AVS. Dal 1920, le loro compagnie svilupparono però anche il mercato della previdenza mediante contratti collettivi destinati alle imprese che desideravano offrire delle prestazioni pensionistiche senza dover gestire una propria cassa pensioni. Il peso finanziario della previdenza privata raggiunse già allora un livello considerevole: all’alba della Seconda Guerra mondiale le riserve delle casse pensioni superavano il 25 per cento del prodotto interno lordo.
Literatur / Bibliographie / Bibliografia / References: Leimgruber Matthieu (2008), Solidarity without the state? Business and the shaping of the Swiss welfare state, 1890–2000, Cambridge; Leimgruber Matthieu (2006), La politique sociale comme marché. Les assureurs vie et la structuration de la prévoyance vieillesse en Suisse (1890–1972), Studien und Quellen, 31, 109–139, Zürich; HLS / DHS / DSS: Casse pensioni.
(12/2014)