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1985

Un regime obbligatorio nella previdenza professionale

Nel 1972 vengono sanciti nella Costituzione federale il principio dei "tre pilastri" della previdenza per la vecchiaia e l’obbligatorietà della previdenza professionale. Per l’attuazione del nuovo articolo costituzionale bisogna tuttavia attendere il 1985. La riforma delle casse pensioni è inoltre molto più modesta del previsto.

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L’obiettivo della previdenza professionale è di assicurare la continuazione del «tenore di vita abituale»: così, almeno, recita la promessa iscritta nella Costituzione federale nel 1972 insieme alla dichiarazione di obbligatorietà della previdenza professionale. Secondo il principio dei tre pilastri, l’AVS deve invece limitarsi a garantire una copertura adeguata del fabbisogno vitale.

Parlamento e Consiglio federale avevano inizialmente previsto di emanare nel 1974 una legge sulla previdenza professionale, ma si dovette attendere il 1985 perché entrasse in vigore la legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP). Condizionata dalle recessioni della metà degli anni 1970 e degli inizi degli anni 1980, nonché dal rafforzarsi delle critiche neoconservative nei confronti della previdenza statale, la soluzione partorita fu molto più «austera» del previsto: diversamente dall’AVS, il secondo pilastro si basa sul principio della capitalizzazione. Per il finanziamento, tuttavia, anch’esso ricorre al sistema delle percentuali salariali, distribuite in modo paritario tra lavoratore e datore di lavoro. Le casse pensioni esistenti furono mantenute, ma assoggettate alla normativa in vigore. Nel quadro dell’iter legislativo non riuscì inoltre a imporsi il primato delle prestazioni, più conveniente per gli assicurati, perché prevede che la rendita sia calcolata in base al salario assicurato e non ai contributi effettivamente versati. Anche per l’adeguamento automatico delle rendite all’evoluzione dei prezzi e dei salari fu adottata una soluzione meno generosa. La LPP escluse altresì dall’obbligo assicurativo i disoccupati, i lavoratori a tempo parziale – per lo più donne – e quelli a bassa retribuzione. Senza grandi modifiche furono invece introdotti i conti e le polizze di previdenza esenti da imposta (pilastro 3a).

La quota di persone attive assicurate a titolo professionale aveva registrato un netto aumento (1984: 62% della popolazione attiva) ancor prima dell’entrata in vigore della LPP. Parallelamente, salì notevolmente anche il patrimonio gestito dalle casse pensioni, passando dai 37 miliardi del 1970 (41% del prodotto interno lordo) a 188 miliardi nel 1987 (74%). Nel 2011 le casse pensioni amministrano una fortuna di circa 620 milliardi di franchi.

Literatur / Bibliographie / Bibliografia / References: Leimgruber Matthieu (2008), Solidarity without the state? Business and the shaping of the Swiss welfare state, 1890–2000, Cambridge; Lengwiler Martin (2003), Das Drei-Säulen-Konzept und seine Grenzen: private und berufliche Altersvorsorge in der Schweiz im 20. Jahrhundert, Zeitschrift für Unternehmensgeschichte, 48, 29–47; HLS / DHS / DSS: Casse pensioni.

(12/2014)