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L'assicurazione militare e l'assicurazione contro gli infortuni
Dal 1877 le persone salariate hanno diritto ad un indennizzo in caso di infortuni professionali e di malattia, diritto che, prima dell'introduzione dell'assicurazione contro gli infortuni obbligatoria, devono far valere da soli. Dalla creazione dell'INSAI, nel 1918, il diritto degli assicurati e delle assicurate all'indennizzo diviene automatico. Tuttavia, nel periodo tra le due Guerre mondiali, l'istituto pubblico applica solo con moderazione tale diritto.
Nel 19ᵒ secolo l'attenzione di gran parte dell'opinione pubblica, in particolare degli esponenti delle riforme sociali borghesi, è rivolta ai rischi fisici del lavoro industriale. La legge federale sulle fabbriche del 1877 introduce il principio, secondo cui i datori di lavoro sono responsabili per i danni subiti dai propri dipendenti in seguito a un infortunio, se questo è causato dall'attività lavorativa e non dalla negligenza della vittima. In caso di lite, se per esempio il datore di lavoro contesta il nesso causale tra infortunio e lavoro, la persona infortunata deve intentare causa in tribunale per ricevere un indennizzo. Tuttavia molte delle vittime non possono permettersi il costo di un tale procedimento. La critica alla regolamentazione nell'ambito della responsabilità civile si inasprisce negli anni 1880, allorquando in Germania viene introdotta un'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni, presto richiesta anche in Svizzera. Nel modello assicurativo tedesco il diritto all'indennità è automatico: basta segnalare l'infortunio professionale. Inoltre le persone assicurate, rappresentate dai sindacati, sono coinvolte nell'amministrazione dell'assicurazione.
In Svizzera i primi a godere di un'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sono i militari, di cui la Confederazione è responsabile quale datore di lavoro. L'esercito svizzero stipula già nel 1887 un contratto con l'istituto assicurativo Zurigo per offrire ai propri membri la possibilità (facoltativa) di assicurarsi contro gli infortuni. A partire dal 1897 la Confederazione assume i costi di tale assicurazione e la rende obbligatoria per tutti i militari. Nonostante il fallimento alle urne nel 1900 della legge federale sull'assicurazione contro le malattie e gli infortuni, che prevede l'obbligo assicurativo per i lavoratori del settore industriale, nel 1901 alla copertura contro gli infortuni per i membri dell'esercito viene aggiunta quella contro le malattie. L'assicurazione in questo ambito è considerata un obbligo patriottico e pertanto non è politicamente contestata.
Con la nascita dell'Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni (INSAI, oggi Suva) nel 1918, vengono inseriti nell'assicurazione obbligatoria anche i dipendenti del settore industriale. L'assicurazione porta agli affiliati l'agevolazione sperata: in caso d'infortunio non è più necessario fare sforzi particolari per ricevere un'indennità. Tuttavia, nel periodo tra le due Guerre mondiali, per motivi politici l'INSAI cerca di apparire come un istituto parsimonioso agli occhi dell'opinione pubblica. Negli anni 1920 mette in guardia sul pericolo di rendere le persone assicurate "troppo fiacche" e di creare in un preoccupante rapporto di dipendenza dalle assicurazioni sociali. Inoltre, assume un atteggiamento restrittivo nell'assicurare malattie professionali o nell'accordare rendite d'invalidità: se non è possibile stabilire un chiaro nesso causale tra la malattia o il danno e fattori lavorativi, nella maggior parte dei casi l'INSAI respinge la richiesta della persona assicurata in prima istanza. Spesso l'Istituto presume intenzioni abusive da parte delle persone assicurate, come la simulazione o l'esagerazione di uno stato patologico (la cosiddetta «nevrosi da rendita»). Quando concede una rendita, l'INSAI pretende che la persona sia riabilitata e reintegrata il più velocemente possibile e a tale scopo fonda persino dei propri istituti di cura. Di principio, anche i rischi non professionali sono inclusi nella copertura assicurativa ma, a differenza di quelli professionali, tra questi ve ne sono alcuni "eccezionali" che rimarranno esclusi per lungo tempo dall'assicurazione, ad esempio i viaggi in automobile o in motocicletta (se non effettuati per motivi di lavoro), la caccia e diverse discipline dello sport di punta. L'inclusione di questi rischi avverrà solo gradualmente (i viaggi in automobile nel 1941, quelli in motocicletta nel 1967). A partire dal periodo tra le due Guerre mondiali, ma soprattutto dopo il 1945, l'INSAI estende e la copertura dei rischi e i settori assicurati: dal 1964 viene assicurato il settore dei servizi e dal 1984 anche quello agricolo.
Literatur / Bibliographie / Bibliografia / References: Martin Lengwiler, Risikopolitik im Sozialstaat. Die schweizerische Unfallversicherung 1870-1970, Colonia 2006; Bernard Degen, «Haftpflicht bedeutet den Streit, Versicherung den Frieden: Staat und Gruppeninteressen in den frühen Debatten um die schweizerische Sozialversicherung», in (a c. di) Hansjörg Siegenthaler, Wissenschaft und Wohlfahrt: Moderne Wissenschaft und ihre Träger in der Formation des schweizerischen Wohlfahrtsstaates während der zweiten Hälfte des 19. Jahrhunderts, Zurigo 1997, pag. 137–154. HLS / DHS / DSS: Assicurazione militare; Assicurazione contro gli infortuni.
(12/2015)