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Partito del lavoro (PdL)

Fondato nel 1944, il partito del lavoro (PdL) rimane lungo tutto l’arco della sua esistenza uno schieramento minore, con un bacino di elettori modesto. Per questa ragione, le sue possibilità di partecipare all’impostazione del sistema di sicurezza sono ridotte. Tuttavia, grazie a iniziative mirate riesce in singoli casi a intervenire sugli sviluppi della politica sociale.

Nel 1921 nasce dall’incontro di diversi movimenti di estrema sinistra il partito comunista svizzero (PCS), il cui orientamento si rifà principalmente all’internazionalismo e alla rivoluzione mondiale. La quota di elettori rimane piuttosto bassa, raggiungendo negli anni 1920 al massimo il 2 per cento a livello federale. Il partito viene vietato in diversi Cantoni e nel 1940 anche a livello nazionale. Nella prima metà degli anni 1940, con l’entrata in guerra dell’Unione Sovietica a fianco degli Alleati contro la Germania nazista, i movimenti comunisti e antifascisti conoscono in Svizzera un nuovo slancio. In seguito allo scioglimento dell’Internazionale Comunista nel 1943, il PCS confluisce assieme a socialdemocratici di estrema sinistra e ad altri movimenti politici simpatizzanti nel PdL, fondato nell’ottobre del 1944.

Il nuovo partito conosce una rapida crescita e nella seconda metà degli anni 1940 registra un considerevole successo elettorale. A livello nazionale ottiene nel 1947 il 5,1 per cento dei voti, un risultato che rimane però il più alto della sua storia. Con l’inizio della Guerra fredda e la nuova ondata di anticomunismo che ne consegue il PdL perde consensi precipitando nell’isolamento politico. Negli anni 1980 segue un ulteriore salasso a seguito della perdita di membri e di risultati elettorali negativi. La caduta del Muro di Berlino nel 1989 e la dissoluzione dell’Unione Sovietica rendono necessario un cambio di rotta. Il PdL si distanzia con maggiore chiarezza dai dogmi sovietici, ma conserva quale obiettivo dichiarato l’abbattimento del comunismo e il passaggio a una società socialista. Il PdL, che negli anni 1940 conta 18 sezioni cantonali, è oggi attivo in soli 8 Cantoni.

Nel quadro della sicurezza sociale, il partito promuove soluzioni centralistiche e basate sul principio dello Stato sociale, mostrandosi scettico verso approcci di tipo privato o improntati al partenariato sociale. In questo ambito ottiene alcuni successi contribuendo a influenzare lo sviluppo dello Stato sociale nel secondo Dopoguerra. Sin dalla sua fondazione, il PdL si schiera a favore dell’introduzione dell’AVS, respinta invece dal CPS nel 1931 poiché ritenuta totalmente insufficiente. In seguito il partito s’impegna per l’innalzamento delle rendite AVS, stringendo forti alleanze con l’associazione AVIVO (Associazione dei Vecchi, Invalidi, Vedovi e Orfani), molto attiva in questo ambito. Il PdL è inoltre tra i fautori dell’introduzione di un’assicurazione invalidità (AI) pubblica. Fino agli anni 1950, le cerchie borghesi, il Consiglio federale e gli esponenti dell’Amministrazione non mostrano però una particolare urgenza di dare una spinta in questo senso. A fronte di questa immobilità, il PdL lancia nel 1954 un’iniziativa popolare «Assicurazione invalidità» per assicurare a tutte le persone interessate una rendita che garantisca loro un sostentamento sufficiente. Poco dopo il partito socialista (PS) inizia a raccogliere a sua volta firme per l’iniziativa popolare «Introduzione dell’assicurazione invalidità». Sotto la spinta di queste due iniziative popolari, che chiedono entrambe l’ampiamento dei sistemi di rendita, Consiglio federale e autorità si attivano in prima persona ed elaborano un progetto di legge per l’AI a loro consona e l’istituto competente viene infine istituito nel 1960. Altre richieste portate avanti dal PdL negli anni 1950 riguardano l’assicurazione maternità e l’assicurazione contro la disoccupazione.

Il PdL fornisce un altro importante impulso al sistema di sicurezza sociale con l’iniziativa «Istituzione della pensione popolare», lanciata nel 1969, con la quale si oppone alla prassi vigente della previdenza per la vecchiaia e chiede il raggruppamento delle casse pensioni private in un istituto previdenziale statale. Circa nello stesso periodo, anche il PS lancia un’iniziativa sull’AVS, la quale però lascia un margine di manovra maggiore alle casse pensioni: mentre infatti il primo propaga un «sistema a un solo pilastro», il secondo sostiene un «sistema a due pilastri». Le cerchie borghesi sono allarmate dall’iniziativa del PdL: dal loro punto di vista il modello prioritario è il «sistema dei tre pilastri», connesso a un sistema facoltativo di previdenza professionale (2° pilastro). Allo scopo di impedire l’introduzione di un sistema unico di AVS quale pensione popolare e di rafforzare il «sistema dei tre pilastri», partiti e associazioni borghesi propongono l’introduzione di un regime obbligatorio di previdenza professionale e lanciano a loro volta l’iniziativa popolare «Per un sistema moderno di previdenza AVS». Alla vigilia della votazione del 1972 sull’iniziativa del PdL, tutti gli altri partiti si schierano a favore del controprogetto che prevede un regime obbligatorio di previdenza professionale nel quadro del sistema dei tre pilastri e che viene infine approvato dal popolo. A metà degli anni 1970 il PdL pianifica un’iniziativa popolare per l’abbassamento dell’età di pensionamento a 60 anni, la quale non viene però lanciata. Se durante i «gloriosi 30 anni» del secondo Dopoguerra il PdL è riuscito a raccogliere alcuni successi politici nell’ambito dell’ampliamento del sistema di sicurezza sociale, a partire dagli anni 1980 svolge solo un ruolo di secondo piano.

Literatur / Bibliographie / Bibliografia / References: Canonica, Alan (2017), Der gute Wille zählt. Konventionen der beruflichen Eingliederung Behinderter zwischen Invalidenversicherung und Arbeitgeber (1945-2008),  lavoro di dottorato all’Università di Basilea; Fracheboud, Virginie (2015), L’introduction de l’assurance invalidité en Suisse (1944-1960). Tensions au cœur de l’état social, Losanna; Rauber, André (2003), Formierter Widerstand. Geschichte der kommunistischen Bewegung in der Schweiz 1944-1991, Zurigo; HLS / DHS / DSS: Anticomunismo, Partito comunista (PC), Partito del lavoro (PdL).

(12/2017)