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Casse di disoccupazione
Le prime casse di disoccupazione sono essenzialmente opera delle organizzazioni sindacali nascenti. La legge federale del 1924 sull’assicurazione contro la disoccupazione accorda loro sussidi che garantiscono la loro sussistenza economica e lo sviluppo di casse pubbliche e paritetiche. L'introduzione dell'assicurazione obbligatoria nel 1976 inciderà sostanzialmente sul ruolo delle casse di disoccupazione.
A parte le esperienze isolate delle Città di Berna, San Gallo e Zurigo nonché del Cantone di Basilea Città alla fine del 19° secolo, le prime casse di disoccupazione vengono sostanzialmente create dai sindacati. Il loro obiettivo è aiutare i propri membri, contenere la pressione sui salari e promuovere nuove affiliazioni. I sindacati associati dal 1880 nell'Unione sindacale svizzera (USS) e i dirigenti dei sindacati cristiani, vicini ai cattolici conservatori, propugnano la solidarietà operaia, rivendicando al contempo un sistema di sovvenzionamento federale, che viene adottato nel 1924. L'assicurazione è facoltativa e i salariati e le salariate che adempiono le condizioni previste dalla legge possono affiliarsi a una cassa. A quest'ultima incombe la responsabilità di accordare le prestazioni e verificare che le persone richiedenti siano effettivamente disoccupate per motivi indipendenti dalla loro volontà.
Nel 1924 l'assicurazione copre meno di un decimo della popolazione attiva, il 94 per cento del quale è affiliato alle casse sindacali. Le sole casse della Federazione svizzera degli operai metallurgici e degli orologiai (FOMO) e della Federazione svizzera dei lavoratori edili e del legno (dal 1974 Sindacato edilizia e legno, SEL) affiliano, rispettivamente, il 20 e il 10 per cento del totale delle persone assicurate.
La concessione di sussidi federali e l'aumento del numero di persone disoccupate a causa della crisi economica degli anni 1930 incentivano la creazione di casse pubbliche e paritetiche (gestite e parzialmente finanziate dai datori di lavoro). A livello comunale e cantonale, queste casse, cui contribuiscono i salariati e le salariate e che beneficiano di sussidi della Confederazione, permettono di limitare gli oneri dell'assistenza pubblica (povertà). Anche i datori di lavoro, in particolare nei settori dell'abbigliamento, del tessile e delle calzature, hanno interesse a organizzare le proprie casse, al fine di stabilizzare la manodopera e arginare la sindacalizzazione. Sviluppandosi soprattutto nei settori a forte presenza di manodopera femminile (industria tessile e orologeria), le casse pubbliche e paritetiche contribuiscono ad aumentare il numero di donne assicurate, che invece restano sottorappresentate nelle casse sindacali. Contrariamente a quelle sindacali e paritetiche, le casse pubbliche sono infatti obbligate ad accettare chiunque soddisfi le condizioni legali per assicurarsi (non possono escludere quelli che le assicurazioni considerano "rischi pericolosi"). A partire dal 1933, il numero di donne assicurate alle casse pubbliche supera quello delle affiliate alle casse sindacali.
Tra la crisi degli anni 1930 e gli anni 1960, le casse sindacali riuniscono quasi la metà delle persone assicurate, le casse pubbliche circa un terzo e quelle paritetiche un quinto. Se il numero di persone assicurate rimane relativamente stabile (circa mezzo milione per tutto il periodo), la proporzione di popolazione attiva assicurata diminuisce sensibilmente, passando dal 25 al 16 per cento tra il 1945 e la fine degli anni 1960. Successivamente, la crisi economica degli anni 1970 (1975-1979) favorisce nuove affiliazioni e l'introduzione dell'obbligo assicurativo nel 1976 estende la copertura alla quasi totalità dei salariati e delle salariate.
Il decreto federale dell'8 ottobre 1976 e la legge federale del 25 giugno 1982 sull'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione e l'indennità per insolvenza contribuiscono a modificare l'organizzazione e l'amministrazione dell'assicurazione. Le casse (pubbliche, sindacali o paritetiche) non hanno più membri propri: le persone si affiliano a una cassa solo nel momento in cui intendono far valere il diritto a un'indennità di disoccupazione. Il finanziamento è armonizzato e centralizzato con la riscossione di contributi sui salari e la ridistribuzione alle casse del denaro necessario al pagamento delle indennità e delle spese amministrative. Anche i compiti di controllo vengono centralizzati presso le amministrazioni comunali e cantonali, in particolare con l'istituzione, nel 1995, degli uffici regionali di collocamento. Questi ultimi sono responsabili per il collocamento e la verifica della disponibilità e dell’idoneità al lavoro delle persone disoccupate. Le casse di disoccupazione restano invece competenti per determinate sanzioni, in particolare nei confronti di persone che si trovino ad essere disoccupate «per propria colpa» (p. es. in caso di dimissioni volontarie). In tal caso, è possibile sospendere le indennità per tre mesi.
Literatur / Bibliographie / Bibliografia / References: Tabin Jean-Pierre, Togni Carola (2013), L’assurance chômage en Suisse. Une sociohistoire (1924-1982), Lausanne; Togni Carola (2013), Le genre du chômage. Assurance chômage et division sexuée du travail en suisse (1924-1982), Thèse de doctorat, Université de Berne. HLS / DHS / DSS: Assicurazione contro la disoccupazione (AD).
(12/2014)