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La Svizzera nel raffronto internazionale

Per molto tempo, nel raffronto internazionale la Svizzera è stata in ritardo rispetto agli altri Stati sociali. In termini di costi, oggi si colloca al di sopra della media di Paesi simili. Peculiarità dello Stato sociale svizzero sono l’importanza del federalismo e della previdenza individuale, l’influsso degli istituti privati e l’esiguità del finanziamento della sicurezza sociale attraverso il gettito fiscale.

Data la natura altamente complessa dei sistemi sociali, è difficile mettere in atto un raffronto internazionale tra gli Stati sociali. La comparazione può avvenire in base a diversi punti di vista, ognuno con relativi vantaggi e svantaggi: il raffronto quantitativo si concentra sulla spesa sociale, quello qualitativo su determinate caratteristiche del sistema e quello storico sulle particolarità che ne hanno segnato lo sviluppo.

Raffronto della spesa sociale

In molti casi lo sviluppo della sicurezza sociale in termini quantitativi è misurato in base al tasso delle prestazioni sociali (la sicurezza sociale in cifre), che confronta il totale delle uscite complessive delle assicurazioni sociali (p. es. le rendite dell’AVS, dell’AI o delle casse pensioni), delle prestazioni sociali legate ai bisogni (p. es. le prestazioni complementari all’AVS o quelle dell’aiuto sociale) e dei sussidi (concessi in particolare agli ospedali o alle istituzioni per disabili) con il livello del prodotto interno lordo (PIL). Stando ai calcoli dell’OCSE, nel 2015 la Svizzera ha utilizzato il 19,6 per cento del proprio PIL in spese sociali, piazzandosi poco sotto la media del 21 per cento dei Paesi dell’OCSE accanto a Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Polonia, Repubblica Slovacca e Stati Uniti. Il rapporto tra spese dello Stato e spese sociali in Svizzera è rimasto invariato dagli anni 1980 ad oggi. Se però si considerano le epoche precedenti, il nostro Paese risulta in ritardo per quanto concerne la spesa sociale, ben al di sotto della media europea. Tassi delle prestazioni sociali più alti si registrano in particolare in Germania, Regno Unito e Svezia, mentre lo sviluppo nel corso del 20o secolo delle uscite in Svizzera corrisponde a quello di Paesi come Francia e Paesi Bassi.

Il raffronto tra Stati sociali basato sul tasso delle prestazioni sociali fornisce spesso un quadro incompleto poiché per molto tempo non ha preso in considerazione la spesa sociale privata, una risorsa da sempre al di sopra della media in Svizzera, in particolare nei settori delle casse pensioni e delle casse malati. Per questa ragione risulta maggiormente significativo un raffronto della net social expenditures (rete delle spese sociali), che comprende appunto anche la spesa sociale privata. In questa banca dati dell’OCSE i dati sulla Svizzera (rilevati solo dal 2009) si collocano al di sopra della media nel raffronto internazionale.

Differenze qualitative

Nel quadro delle scienze sociali, gli Stati sociali sono spesso suddivisi secondo caratteristiche ricorrenti. Una classificazione molto diffusa è quella delineata da Gosta Esping-Andersen negli anni 1990, che suddivide gli Stati in socialdemocratici, conservatori e liberali e si basa su una combinazione tra funzione della spesa (in che misura le prestazioni delle assicurazioni sociali accordano autonomia dal mercato del lavoro) e funzione della ripartizione (che ruolo riveste la solidarietà e/o la ripartizione nel sistema di sicurezza sociale). Esping-Andersen classifica la Svizzera tra i Paesi di tipo liberale, dato che il mercato riveste una funzione importante nel suo sistema sociale, sebbene presenti anche caratteristiche del tipo socialdemocratico come il sistema universale dell’AVS e del tipo conservatore come l’assicurazione contro la disoccupazione basata sul principio della conservazione patrimoniale.

Il valore della classificazione di Esping-Andersen e di modelli simili è tuttavia limitato: esso è infatti implicitamente guidato dal giudizio normativo, secondo il quale gli Stati sociali scandinavi sono maggiormente evoluti rispetto a casi liberali come gli Stati Uniti. Inoltre, nella maggior parte dei casi una classificazione dice poco della dimensione storica in cui si è sviluppato uno Stato sociale: nel caso della Svizzera quest’ultimo è stato influenzato da diversi modelli, uno sviluppo che difficilmente può essere tratteggiato in una classifica.

Peculiarità storico-istituzionali

Un raffronto storico dello Stato sociale svizzero permette di identificare le peculiarità dello sviluppo in termini di istituzioni e organizzazione del suo sistema di sicurezza sociale. Tra i fattori determinanti per la Svizzera figurano in particolare gli strumenti della democrazia diretta e il federalismo marcato.

Per quanto concerne gli strumenti della democrazia diretta, questi hanno avuto un effetto di rallentamento sull’evoluzione dello Stato sociale svizzero. Infatti permettono agli aventi diritto di partecipare direttamente alle decisioni riguardanti questioni fondamentali e punti deboli di politica sociale: a livello federale è il caso per esempio del voto popolare sull’introduzione nella Costituzione di una base legale per un nuovo sistema di sicurezza sociale. Lo strumento del referendum facoltativo permette inoltre agli aventi diritto di esprimersi alle urne anche in merito a nuove leggi sociali, come successo per l’assicurazione contro le malattie e gli infortuni nel 1900 e per l’assicurazione per la vecchiaia nel 1930. Gli strumenti della democrazia diretta possono però avere anche un effetto di accelerazione, quando per esempio un’iniziativa popolare dà il via alla genesi di una legge o la influenza.

Le difficoltà politiche incontrate nel corso dell’istituzione delle assicurazioni sociali hanno portato il Consiglio federale a scavalcare la procedura federalista, promuovendo iniziative di politica sociale dei Cantoni o di attori privati come casse pensioni, casse malati, società assicurative e società di mutuo soccorso. Questo tipo di strategia è stato impiegato per esempio nel caso dell’assicurazione malattie oppure della previdenza della vecchiaia (con la promozione delle casse pensioni). Una volta creati sistemi alternativi del genere, viene a mancare l’urgenza di trovare soluzioni nazionali e si instaura una pluralità istituzionale che continua a coesistere anche quando viene infine istituito un sistema nazionale. In compenso le istituzioni del sistema federalista fungono in molti casi da modello per lo Stato sociale.

Un’altra caratteristica del sistema sociale svizzero è costituita dalla quota relativamente elevata di partecipazione degli assicurati, in particolare nell’ambito dell’assicurazione malattie. Le riforme attuate negli ultimi decenni hanno aumentato tendenzialmente questa partecipazione (i cosiddetti contributi out of pocket come l’aliquota percentuale nell’assicurazione di base). Oggi la partecipazione degli assicurati attraverso i premi assicurativi, la franchigia e l’aliquota percentuale ammonta a oltre due terzi dei costi della salute.

Tra gli aspetti più recenti che caratterizzano il sistema sociale svizzero figura l’intensa attivazione dello Stato sociale, che trova applicazione per la prima volta nell’ambito dell’assicurazione contro la disoccupazione. Dalla riforma, nel 1994, dell’assicurazione contro la disoccupazione e dei servizi di collocamento pubblici, i beneficiari di indennità di disoccupazione sono stati fortemente responsabilizzati attraverso meccanismi di obbligo e incentivazione, allo scopo di accelerarne il rientro nella vita professionale. Propositi simili sono attualmente in corso nell’ambito dell’assicurazione invalidità per attivare i beneficiari di prestazioni. 

Literatur / Bibliographie / Bibliografia / References: Jens Alber, Vom Armenhaus zum Wohlfahrtsstaat. Analysen und Entwicklung der Sozialversicherungen in Westeuropa, Francoforte s. M 1982; Herbert Obinger, Klaus Armingeon et al., «Switzerland. The marriage of direct democracy and federalism», in H. Obinger, S. Leibfried et al. (a c.), Federalism and the welfare state: New World and European experiences, New York 2005, pagg. 263-306; Walter Schmid, «Besonderheiten der Schweizer Sozialpolitik», in A. M. Riedli et al. (a c.), Handbuch Sozialwesen Schweiz, Berna 2013, pagg. 419-427.

(12/2016)